martedì 16 agosto 2011

sabato 6 agosto 2011

L'officina


Io me le ricordo quelle chiavi inglesi, e quei bulloni pieni di grasso.  Mio padre aveva attaccato un pannello di legno compensato alla parete dietro il bancone. I ferri erano tutti appesi ordinatamente a dei chiodi sul pannello.



 



Ne arrivavano di ogni genere, ciascuna con ogni tipo di guasto. Da un irrecuperabile cedimento della testata, alle sospensioni scariche, alle marmitte bucate, sino a graffi e ammaccature superficiali che sembravano immediatamente rimediabili.



Ché a furia di tenerle dentro, a strisciarvisi sotto, ad elevarle sui ponti, esse prendevano il tanfo dell'umido dell'officina, dell'olio; nei casi più disperati, credo prendessero persino l'odore del mio fiato.

Ad alcune di esse ci si affezionava, ricordo quella Fiat Ritmo dell'88, anno di deliranti feste in campagna. Sembrava non volesse guarire pur di restare. Ad un certo punto davano l'impressione di sentirsi a casa, tra quei ferri.


Oh, alcune ci son restate, per incuria dei proprietari, per la gravità dei loro difetti. Altre invece son passate solo per un pomeriggio, un paio di giorni, un saluto e nient'altro.


Rinascevano sotto gli interventi delle mie mani e della mia esperienza, e poi correvano via. Qualche volta tornavano, come no... Mio padre diceva sempre che un'auto si adatta allo stile di guida del proprio padrone. Alcuni stili dovevan essere proprio inguardabili, perché loro tornavano e avevano bisogno di essere rimesse a posto.

Qualcosa resta sempre, anche solo impronte su carcasse all'ultima corsa. Tracce di un passaggio, appunti sul taccuino che reclamavano il cambio di olio e filtri.

E poi, rimesse a nuovo, autonome, sicure, dovevano correre da sole, sapendo che è sempre possibile ammaccarsi, ma che è sempre possibile riprendere la strada.

Quando ne mandavo via qualcuna, sembrava che mi guardassero con disprezzo. Forse pensavano che volessi negare loro la mia assistenza.

Ma una carrozza trainata prima o poi dimentica come è fatto l'asfalto e non sa tenere le curve. Faglielo capire.

 

venerdì 5 agosto 2011

How do you do?

- Cosa stai facendo?

- Sto guardando un film.

- Un film?

- Sì, un film.

- Quale film?

- Amici miei.

- Ah.

- Be'?

- Niente.

- Eh, no! Come, "niente"?

- No, no, niente..

- Ma come? Vieni, osservi, ti esprimi, non può essere "niente".

- No, no, niente.

- Eh, sì, che poi si deve vivere per forza di ansie, di inquieudini e sensi di colpa senza neanche sapere il perché, vero?

- Che stai dicendo?

- Niente.

mercoledì 3 agosto 2011

Agenda esistenziale


Al mondo non gliene frega un cazzo, sapessi a me:




- sinceramente il nichilismo non era uno status esistenziale biasimabile: si commentava molto e si viveva poco. Il solo accorgersi che talvolta lo si guarda con malinconica nostalgia, è sintomo evidente dell'insoddisfazione di default che permea l'esistenza come una peritonite dalla quale non vi è scampo. Indi il nichilismo è una scienza esatta, senza dubbio alcuno.



- premesso questo, la felicità può esistere, non vi sono abituato, ma esiste. Conviverci è disgraziatamente complicato, ma proiettando immagini future forse anche il valore attuale del capitale vitale può incrementare il proprio valore. Il CAPM applicato alla quotidianeità non era sperimentato al meglio, quindi non saprei.

- confermo: esistono persone che sono sterili surrogati alla masturbazione.

- ti svegli una mattina e capisci che essere buoni è solo un viatico all'inculata. Banalità estrema, lo so, però il dolore lo senti lo stesso.

- la crisi finanziaria ci seppellirà come carogne non del tutto prive di vita. Ma ce lo meritiamo, tranquilli.

- sono troppo giovane per alcuni, ma serenamente affermo che sembro più vecchio.

- piaccio a lei, e non a sua madre. Forse è la volta buona. Il teorema de "Il laureato" non si applicherà.

- litigo con  un essere umano a settimana, media accettabile; se comprendessi le ragioni di questi livori saprei infondere ulteriori sforzi per migliorare la media.

- mi piace kundera, ma anziché letto, va studiato lentamente.

- mi guardo allo specchio e penso: se avessi qualche chiletto in meno, mi depilassi, mi curassi la barba e mi tagliassi i capelli regolarmente, sarei un bel ragazzo. Peccato. Vizi di fondo per chi ama molto la potenza e se ne fotte dell'atto.

- i grancereali col tonno son buoni. Provateli.

- colui che comprenderà che le fette biscottate sono gustabili sia col dolce che col salato, senza doverlo provare empiricamente, entrerà nel regno dei cieli, e siederà al mio fianco.

- non sono blasfemo. Tendo a irrobustire quel vago sospetto di essere fatto ad immagine e somiglianza del creatore di questo bordello con pochi  orgasmi degni di nota.

 



di perduti capelli e di future realtà
di bei ricordi andati a male

di bugie per amore e amori senza pietà
e di occasioni al vento