domenica 10 gennaio 2010

2036

Lo lessi su Repubblica qualche giorno fa, ed il corso di queste settimane si è inconcludentemente arenato. Come un calcolo nell'uretere che vanifica l'indegna opera dei reni.
Tra 26 anni l'asteroide 99942 Apophis urterà il nostro pianeta in un punto qualsiasi.

La noiosa notte di Capodanno da me trascorsa mi ha cagionato una tale ventata di pessimismo da prendere in considerazione l'ipotesi che, fra tutti i
5,100 656 × 1014  metri  quadrati della superficie terrestre, i 320 metri quadrati di questo matto sassolino riuscirebbero a coprire benissimo lo spazio che devo farmi a piedi da casa mia per raggiungere il posto in cui sono stato costretto a parcheggiare la macchina.
Qualcuno mi obietterà che sono troppo pessimista: perché quei 320 metri quadri di pietra cosmica dovrebbero proprio cadermi in testa? No, noi riformisti sappiamo accettare le sventure in nome del bene comune, la logica antagonista e no-global del "not in my garden" che frena lo sviluppo capitalistico non ci riguarda...

Il pessimismo sta nel fatto che mi sono immaginato nel 2036, a 54 anni suonati, ancora qui nel luogo natìo senza alcuna evoluzione: ad uscire dalla casa paterna, ed ogni volta indugiare per qualche minuto a cercare di ricordarmi se la macchina l'avevo lasciata 320 metri a nord, piuttosto che a sud... e non è un particolare di poco conto se consideriamo che tra nord e sud vi è una pendenza del 20%, e vi è una probabilità di maltempo pari all'80%.
Sì, insomma, Apophis avrebbe tutto il tempo di prendere la mira.
E non sarà certo il mio piccolo ombrellino automatico che pagai 9.00 dollari nella pharmacy sulla Avenue P a tutelarmi.

Oh... e pensare che stavo riuscendo a guarire la mia mente affosandola nell'affannosa ricerca di una soluzione che renda il socialismo marxista ancora compatibile con le caratteristiche salienti della società contemporanea. Ero talmente entusiasta da farmi venire orgasmi automatici dinanzi a possibili soluzioni che contemplassero una visione neo-internazionalistica che attraversasse per forza di cose l'orizzonte della costruzione dell'Europa politica e la formazione dell'esercito europeo.
Ero certo che l'impostazione dialettica reggesse in un impianto che sostituisce la lotta individuale alla lotta di classe. Devo ancora lavorarci, conosco la meta ma devo trovare un percoso logico-teoretico per raggiungerla, che non sia qualche visione indotta da intrugli di erbe al limite della legalità.

E invece no! Di nuovo scomodi pensieri  cagionati da articoli su certa stampa, deviata e comunista, che ci costringono a fare i conti con quell'amara evidenza che rende inutile ogni sforzo terreno, persino la dieta a base di cereali in bianco: la dipartita che attende ogni essere vivente al varco.
E pensare che ero riuscito a tenere a freno la mia passione sfrenata per il trash evitando di andare al cinema a vedere 2012... Una delle rare volte in cui una cazzata cinematografica riesce a far tirare un sospiro di sollievo, perchè è impossibile che gli autori di una così immane scemenza possano indovinarci. Basterebbe questo per annullare ogni timore e ogni sospetto che Voyager tenta di infonderci.
Secondo me era una strategia dei Maya per vendere più calendari. Un po' come Vanna Marchi. Almeno noi post-moderni per vendere calendari abbiamo pensato di esporre fiche, migliorando di gran lunga i servizi da offrire per combattere la solitudine e la malinconia.

Certo, è vero, si obietterà che il "limite" contribuisca a rendere ogni cosa più apprezzabile, ma esistono indubbi risvolti deprimenti in tutto questo... pensateci. Operare nel mondo come un'ape laboriosa per poi sentirsi lo sguattero di qualcuno che verrà a cuccarsi i frutti al posto tuo, quando tu sarai ormai diventato il concime dei cachi che lui si mangerà ad ottobre.

Ora capisco perchè quelli della prima repubblica ci hanno lasciato il debito pubblico, chiamali fessi. Devo assolutamente rivedere le mie posizioni su Craxi e sull'ipotesi che gli dedichino una via o una piazzetta a Milano.
Proporrò subito una petizione per l'abolizione del patto di stabilità e di crescita previsto dal Trattato di Maastricht, è ingiusto ai sensi dell'edonismo a cui la mia generazione ha diritto, cazzo.

A me non interessa un futuro migliore per i miei figli, anche perchè la sola idea di avere dei figli mi fa dilatare il colesterolo. E non perché sono un tipo irresponsabile, nossignore, diversi testimoni sarebbero pronti a deporre innanzi il tribunale di L'Aja che sarei un bravo padre. È che l'idea di qualcosa di regolare e predeterminato come la famiglia, le paghette ai marmocchi, la fila al patronato per la dichiarazione dei redditi, e i litigi coniugali sulla contrattazione dei menu settimanali, proprio non riuscirei a viverli.
Una galera per tutte quelle idolatrate arcadie che magari non esistono, ma che fa bene pensare in un punto X del mondo ancora da esplorare.
Meglio Apophis a quel punto, e non una noia mostruosa di fare tutto come un canovaccio goldoniano.

Oh, sono talmente attaccato alle cose... una voglia di trattenere il tempo e l'esistenza qui in una continua ebollizione di contemporaenità che non si estingue, cosparsa di cimeli, ricordi impagliati in qualche simpatico oggetto epigrafico. Persino le cicatrici fisiche hanno un senso, gli infortuni permanenti... la scottatura che mi prese entrambi i pollici mentre preparavo il caffè per una cazzona che non meritava manco un infuso alle alghe di Mururoa, l'alluce fracassato a New York che ancora mi avverte dei cambiamenti di correnti d'aria, il polso sinistro frantumatosi giocando a calcio in seconda media, e che scricchiola ancora quando mi produco in sforzi impropri.
Anche la mandibola malconcia retaggio di un incidente d'auto fatto da bambino.

Al contempo però che scatole la vita eterna... non c'è deterrente peggiore per i cattolici, nella loro opera di evangelizzazione, che promettere 'sta cazzo di vita eterna che può accattivare solo gli idioti che non sanno di quanto si annoierebbero. E con chi diavolo la dovrei condividere questa vita eterna, con dei babbei? Per piacere, ce ne stanno fin troppi nella vita a tempo determinato...

L'idea di una vita a progetto non mi dispiacerebbe, un po' meno quella a chiamata intermittente, di sicuro non part-time. Sarei favorevole al job-sharing esistenziale, ma con chi dico io.
Niente articolo 18, niente sindacati. Ichino forever.

Qualasiasi soluzione presa risulta sbagliata. Un po' come la faccenda della candidatura a presidente della Regione Puglia per la sinistra, o centrosinistra, o centrocentrosinistra.

Verrà la morte, e avrà gli occhi della maestra d'asilo che mi ha riempito la coscienza di simpatici traumi infantili.
Finirà, forse prima ancora che io diventi un vecchio zoppo che va a fare la spesa guardando male gli immigrati e maledicendo il governo per la pensione; non avrò mai girato un film vero, e le mie pubblicazioni saranno talmente insignificanti da potersi scaricare gratuitamente da internet.

Resterà questo inutile blog che mi ha rovinato gli ultimi tre anni, anonimo, e di autore ignoto.
E resteranno quelle pagine stupide, figlie di una dolcezza che mi hanno scippato. E non ho sporto denuncia perché in fondo coltivare l'ingiustizia è una forma di eredità che lasciamo ai posteri. L'eredità del socialismo, che ha un senso in quanto argine all'ingiustizia. Se vi lottiamo e la sconfiggiamo avremo un mondo dove il socialismo non esisterebbe.
E le mie elaborazioni sarebbero, appunto, inutili. E ritorniamo al punto di partenza.

Dio, che pensiero deprimente...

3 commenti:

  1. Perchè rimani qui?
    Sembri statico eppure sei inquieto.
    Se quello che hai non ti piace perchè non scegli Parigi o non torni a New York?
    Vivere con l'inquietudine dentro non è cosa rara(Picasso nel tuo sfondo era un  esempio di inquietudine interiore che non terminò nemmeno in vecchiaia),ma non avere gli strumenti per manifestare questa inquietudine,amputarsi le dita una per una e poi rimirarsele non può che far male.
    Cosa ti serve realmente?tu lo sai?
    Forse cerchi qualcuno da cannibalizzare?Nel qual caso sono qui.
    Non so perchè ma mi ha fatto male di cuore leggere il tuo post.
    E' come se una volta cresciuto ti obblighino a portare abiti da bambino.
    E tu come me,te li infili e te li fai andare ancora più male di quanto già vanno.
    Che cavolo di asteroide dovrebbe piovere là in Puglia?
    Il fatto che il mondo finisca non ti può far star bene. Forse il fatto che il tuo mondo finisca...questo sarebbe più comprensibile. Ma se finisse pure non cambierebbe il fatto che ti sei legato mani e piedi da solo.
    Tutto quello che hai da dire si chiude in questo blog? :(
    Ti voglio davvero bene,specie di raro idiota.
    Barbara


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  2. Barbara, ti prego, così corri il serio rischio di farmi innamorare di te... io sono particolarmente sensibile alle mazzate.... "specie di raro idiota" è stupendo! Una che mi dice così io la amo, anzi no è troppo poco... la stramo, la aaadamo, la ad... ab... la aaabramo (cit. w. a.)

    Permettimi solo di dirti che io mi riservo di utilizzare questo spazio per sparare cazzate (ma mica tanto, poiché nell'amara ironia cerco di infilare qualche mia verità).
    Poi nutro un piacere sfrenato nel dissacrare tutto quello che mi capita a tiro, a partire dai concetti intangibili di "sacralità della vita" e altre cose relative all'estinzione per cause naturali e non; un po' per nichilismo, un po' per umanesimo.

    Purtroppo Apophis pare che non sia più una minaccia, e in ogni caso non penserei mai di avere il giusto culo per assistere all'Armageddon dal balconcino di casa.

    Per quanto attiene alla mia limitata esistenza terrena e tangibile, essa scorre abbastanza sopportabile, al netto della pessima circostanza che noi non ci siamo ancora incontrati e del fatto che ho il telefono buttato chissà dove.
    Ma a questo si può porre rimedio, giusto?

    Poi sono sicuro di una cosa, che caso mai mi collocassero anche su Plutone, mi romperei i maroni anche là. Perciò... mi basta essere conscio di potermi muovere come mi pare, bancomat e campagne elettorali permettendo. La mobilità è un concetto da prendere in considerazione in compatibilità alle mie funzioni qui.

    Io non ti voglio bene, ma un qualcosa di analogo espresso con parole più decenti ed eleganti.
    ;-)

    g.



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