mercoledì 13 febbraio 2008

Quasi pronto



Ce la posso fare, sì, sono pronto... sono quasi pronto, mi basterebbe solo un altro mese, anzi due, facciamo anche tre, ma se mi ci impegno mi basterebbe anche una settimana. Lo sapevo che l'avviso sarebbe arrivato prima o poi, lo sapevo perché è scritto nel regolamento del mio lavoro che ogni sei mesi dobbiamo rendicontare su  quello che stiamo facendo.  So anche che i mesi si son dati la mano per volatilizzarsi in un lampo lasciandomi senza aver concluso un accidenti. Con le idee più confuse di un tapiro in cerca di formiche in Siberia. Son due giorni che riempio la mia stanza di una bella canzone che dovrebbe suggerirmi dei pensieri. Il fatto è che determinati pensieri su determinati argomenti non fanno breccia nel mio cervello, franano come le radici della lattuga in un terreno d'argilla. Sono così rivestito d'indifferenza che non provo nulla. Asciugato, intonso, a tratti quasi invincibile. Così calcolatore e razionale dal non sopportare tutti i passaggi di un'equazione lineare nelle umane interazioni, così tremendamente semplice, ma così carica di inutili tautologie. Le possibili variabili esogene del modello: io ed un'altra qualsiasi persona  col cervello e vagina-dotata, che appaia più o meno gradevole ai miei occhi e non solo, che sappia formulare i periodi ipotetici con necessaria correttezza, che abbia una cognizione alquanto precisa della consecutio temporum, che non mi annoi in quelle due ore che dovessi decidere di concederle ciarlando circa corbellerie variegatamente assortite; l'output dell'equazione: un tranquillo, scontato e così razionalmente placido scambio di fluidi. Non ho più la testa adeguata per annusare, insinuare, far trapelare scabrosi intenti tramite pastrocchi ritmati abilmente artefatti in suadenti sonetti che fungano da testa d'ariete nelle mura di cinta dell'ipocrita consuetudine del cerimoniale sancito da un falso buon gusto.
Ti va? Non ti va? Hai il ciclo? Hai sonno? Hai fame? La mamma non vuole? Hai troppo sole, poco sole? Più acqua, meno acqua? Rispondi!!!
Quando al contrario parlo in una certa maniera è perché vorrei far capire perché detesto affacciarmi dai parapetti situati a più di dieci metri d'altezza, e quanto invece amo i panorami, ammirandoli però a mezzo km dal precipizio. E dell'arte che si nasconde nel preparare i tramezzini con tonno, maionese e verdurine sott'olio. C'è del lavoro da fare.
Un'altra presentazione, solo un'altra presentazione, 5-6 slides in power point in 10 minuti, e poi posso dedicarmi alla campagna elettorale della sinistra... del centro-sinistra... del centro-centro-sinistra... insomma di Walter.
La canzone risuona oggi in una giornata ponte tra ieri e domani, ed io so cosa vuol dire. Il patetico domani è il primo che passerà inosservato dopo anni di sottomessa violenza al mio portafoglio... e questo è un mese che ho sempre odiato. E detesto anche parlare di queste cose con tutti questi maledetti casini che nascono ogni giorno mentre i cialtroni che tessono queste dannate trame non se ne fregano un beneamato tubo; mentre il tesoretto sembra essere svanito nel nulla nonostante l'eco imperituro delle urla del mi babbo alla vista di quel che restava della sua ex tredicesima quasi estinta; mentre Valentino Rossi se la cava con un pacca sulla spalla che sembra canonizzare tutti i pii ladri di caramelle; mentre ieri sera ho scorto di nuovo la scrivania di noce da Vespa ed un pessimo presentimento mi si è affacciato nonostante le illusioni generate dal discorso che Walter ha tenuto su quella specie di muto e solingo terrazzo. Mentre i vescovi che hanno a cuore la sorte e l'educazione dei giovani lanciano anatemi sull'acclamata scena di sesso di Nanni con la Ferrari. Ma dai... ma a chi la racconti 'a prete? Che si vede lontano un miglio che c'hai i calli alle mani... A parte che se si desse davvero ascolto a quello che i vescovi predicano sull'argomento tutti i maschietti del mondo sarebbero una massa di eunuchi complessati, o al massimo un esercito di ciecati, qualora qualche peccatuccio ce lo si conceda nella grazia e nella devozione. Io ci tengo alla prostata e alle ghiandole dell'impazienza, e credo che l'astinenza faccia brutti scherzi all'equilibrio mentale, ed io dell'equilibrio mentale ho bisogno perché ci campo nonostante le aliquote IRPEF... ma perché voi, messi divini, non date l'esempio facendovi castrare?  Sarebbe un atto sublime di ripudio delle peccaminose tentazioni e del satana che si cela in quei 5 secondi dove non si capisce, e non si vuole, una volta tanto, nemmeno capire più niente. Volete tutelarvi nel caso qualcuno cambi idea? Per la miseria, dopo il caso Bobbitt non c'è da preoccuparsi, Berlusconi chissà quanti trapianti si sarà fatto laggiù per godere dei rifornimenti di materia prima che Saccà gli inviava, suvvia... e se non rompete l'anima con la ricerca sulle staminali, tempo due anni e trovano anche un rimedio per una rigenerazione spontanea con sole tre pasticche al giorno, magari chiamano anche Ronaldo a farvi da sponsor dopo che ha testimoniato per la ricrescita dei capelli. Io lo so che l'uomo ha bisogno dell'ombra del peccato che gli si attacca al collo come una sciarpa di finta lana cambogiana in estate, e che ti fa venire le macchie rosse in gola, ma qualcuno può aver freddo ad agosto, qualcuno può pensare che al bene serva il male per non rendere tutto banale e che la notizia più sconvolgente degli ultimi giorni non è che Giuliano Ferrara fa una lista contro l'aborto, ma che stanno facendo sloggiare le locatarie delle vetrine del piacere ad Amsterdam... e le conseguenze saranno un aumento degli affitti a causa dello spostamento verso sinistra della curva dell'offerta, oppure una rivalsa sui costi variabili che tenderà a rendere meno sicuro, meno igienico e meno qualitativo il servizio. Questi sono i drammi che la modernità propone, non la secolarizzazione od il timore per la Cina aggressiva degli eredi di Deng Xiao-Ping. Datemi il tempo di andare ad Amsterdam a rendermi conto e poi fate quel che volete!
Diamine... devo lavorare, devo scrivere, calcolare, preparare le diapositive e darmi una ripassata agli integrali indefiniti... sono pronto, sono quasi pronto... BASTONI!!! E non hai pietà tu di me?
Domani. Sì, lo so che lo ripeto da due anni, ma lo faccio domani... stavolta è vero. Intanto oggi, vogliamo parlare del ruolo del poeta nell'oltretomba, oppure del ruolo dell'oltretomba nella poesia? Oppure del ruolo della letteratura nella gastronomia? E se io mi suicidassi?
Già li vedo a dipingermi come un bravo un ragazzo, che ogni tanto aveva solo qualche mania, parlava da solo... e a volte quando gli si rivolgeva la parola neanche rispondeva, non guardava, ma chi sei? Ma che vuoi? Ma ti sei visto le scarpe? Cioè, io vengo a trovarti in casa e tu ti fai trovare con le pantofole? Ti comunico ufficialmente che con me hai chiuso.
Che mal di testa... ma perché? Dopo tutto lo sapevo, lo sapevo che io non volevo trasformare la mia vita in un limite che tende a 0, che sarei diventato la derivata di una costante... a me piace ballare. No, non vado alle feste, e non vado in discoteca, io non ballo. Però mi piace vedere la gente che balla, a me piace sentire quel fremere dentro che mi porta a pensare che se fossi solo, e non ci fossi io stesso a guardarmi, forse mi riuscirei a muovere con un buon ritmo, chiudendo gli occhi e sentendo il tempo e la cadenza delle note che mi pizzica le dita, mi solletica i polsi, che mi fa ondeggiare clavicole e gomiti, e rende malleabili le mie ginocchia... sarei anche pronto, quasi pronto, come in quella discoteca dove suonavano David Bowie sul lungofiume a Pescara. Senza neanche bere, solo un po' di fumo passivo dalle fragranze più diverse e dagli effetti imprevedibili. No, non ero pronto quella notte a Pescara ero anche stanco... quel giorno poi andammo, un attimo prima dell'alba, a prendere caffè e cappuccino; mentre io mantenevo ancora in mano la mia beck's ancora a metà, si discuteva su chi fosse più rompicoglioni tra la polizia o i carabinieri. Eravamo quasi d'accordo che questo sarebbe potuto dipendere dal grado di delinquenza del luogo in cui ci avrebbero potuti fermare, ma avrei preferito che qualcuno ci fermasse davvero con la paletta, così avremmo tastato con mano, io magari avrei chiesto allo sbirro: scusi ma lei si ritene più rompicoglione di un carabiniere? Finita di corsa la birra guardavo il bancone dei dolci mattutini e agitavo il cucchiaino nella tazza del mio cappuccino. Un ricco vassoio di bigné m'aveva fatto capire che alla fine ho sbagliato davvero tutto. Che dovevo fottermene di ogni cosa s'agitasse sotto il sole o la luna, e che avrei dovuto ignorare persino le stelle. E senza rinnegarmi più di tanto sarei potuto diventare un tranquillo e sorridente pasticciere. Un ballerino pasticciere trotskista.

4 commenti:

  1. ... in fondo l'Unico che ha motivi di festeggiare San Valentino è Valentino Rossi ...

    RispondiElimina
  2. Forse è l'Unico che festeggia qualcosa che abbia davvero portato un valore aggiunto alla sua vita... (come son diventato materialista, Marx e Feuerbach mi fanno un baffo)...

    RispondiElimina
  3. Assomigli anche a Silvio Orlando?


    ;)

    RispondiElimina
  4. ...Marca Budavari marca Budavari marca Budavari marcalo marcalo marca Budavari!!!...

    RispondiElimina